La giuria del concorso doc è così composta.
RAFFAELE SPADANO
Raffaele Spadano si laurea con una tesi di antropologia applicata e alpina condotta nei territori della Majella, in Abruzzo. Da questo campo di ricerca nasce Montagne in Movimento, gruppo di ricerca azione affiliato all’università della Valle d’Aosta che ad oggi lavora su tutto il territorio nazionale con dei progetti di antropologia applicata e partecipativa, occupandosi di decremento demografico e neo-popolamento di paesi di montagna ma anche di welfare di comunità, servizi di cura e analisi di metodologie, reti e strategie per la costituzione di comunità energetiche.
CATERINA CORBASCIO
Caterina Corbascio, psichiatra, ha avuto, come dice lei stessa, la fortuna e, non solo per motivi anagrafici, di vedere il manicomio ancora aperto e di partecipare alla sua chiusura. Per precisione il manicomio di Grugliasco. Innovatrice nel suo campo per decenni impegnata nell’attuazione della Legge Basaglia, partecipa ora alla costituzione del distretto culturale Montagna Futura.
GIACOMO DOGLIO
Architetto, da 7 anni Sindaco di Rittana, ha cambiato volto al paese promuovendo la costituzione di nuove attività produttive, ristrutturando il centro storico e promuovendo la cultura. È capofila del progetto Montagna Futura.
All’unanimità ha decretato i seguenti premi.
MIGLIOR FILM
MRS IRAN HUSBAND di Marjan Khosravi Baledi
Con la seguente motivazione:
Un film toccante che mostra un mondo inimmaginabile se paragonato al nostro, un mondo uscito da un medioevo mai finito in terre come l’Iran, dove esiste ancora il sultano e la poligamia e che mostra una volta di più anche in questo contesto la forza e la resilienza dell’animo femminile. Una fotografia straordinaria sottolinea anche una capacità filmica notevole.
La giuria ha inoltre assegnato un premio speciale
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
IL PAESE CHE NON AVEVA IL JUKE BOX di Erica Liffredo,
con la seguente motivazione
Un film sul nostro territorio, divertente, allegro, vero. Si vede che i protagonisti hanno partecipato alle riprese con entusiamo perchè la vicenda che raccontano si divide tra mito e leggenda e mostra come sia possibile talvolta fare anche in montagna qualcosa di inaspettato, ribelle e rivoluzionario. Un po’ come il Nuovi Mondi Festival.